Il bello del tennis è che quando si chiude un ciclo se ne riapre immediatamente dopo un altro. E ogni generazione porta con sé eredi designati, confronti tra stili, carriere stellari e in molti casi paragoni inevitabili. È il caso del tennis spagnolo e del talento di Carlos Alcaraz, numero due al mondo, oggi visto come l’erede designato di Rafa Nadal, tennista monumentale che ha segnato un’epoca insieme a Roger Federer e Novak Djokovic, diventando il re della terra battuta. E l’arrivo di Carlos Alcaraz, giovanissimo talento di Murcia, ha portato nel movimento tennistico spagnolo a trovare in lui un altro talento di altissimo spessore. Ma a Carlos l’etichetta di erede non piace per niente nonostante sia ormai una certezza nel tennis mondiale. Non c’è infatti da sorprendersi se anche a distanza di settimane dall’US Open e dagli ultimi Masters 1000 della stagione il nome di Alcaraz sia già tra i più caldeggiati tra le previsioni affidabili sul tennis e le analisi degli appassionati. Stessa capacità di conquistare le vittorie che aveva Nadal. E non sono solo queste le analogie tra i due tennisti.
Entrambi precoci
Iniziamo con le somiglianze e non si può non partire dall’origine comune di Rafael Nadal e Carlos Alcaraz. Non parliamo solo dell’essere spagnoli ma di essere nati in regioni periferiche della Spagna: Nadal a Manacor, nelle Baleari e Alcaraz a El Palmar, vicino a Murcia. Una somiglianza che li ha resi dei predestinati, come dimostra anche il primo Slam vinto da Nadal a soli 19 anni, nel 2005, con la vittoria del Roland Garros, così come per Alcaraz è arrivata la conquista dello US Open, lo Slam d’America, alla stessa età di 19 anni nel 2022, diventando anche il più giovane numero uno della storia del ranking ATP.
Mentalità vincente e tecnica
Un talento non rimane tale se non viene alimentato da allenamento, determinazione ma anche tanti sacrifici e voglia di vincere. Così è stato per entrambi. Nadal è stato sempre famoso per essere un cannibale in campo, non concedendo mai un punto all’avversario, sempre alla ricerca del punto perfetto e su ogni tipo di terreno di gioco. Negli occhi tutti abbiamo ancora il suo sguardo concentrato, serio, fisso sull’obiettivo, dove ogni match sembra quasi una finale. Lo stesso sguardo lo ritroviamo in Alcaraz. Il giovane murciano gioca con il fuoco negli occhi, non teme nessun avversario e ha già dimostrato, più volte, di poter reggere la pressione dei grandi palcoscenici. Ad oggi c’è però una differenza non da poco che però con il tempo potrebbe diventare sempre più sottile. Se infatti Nadal ha sempre mantenuto una postura contenuta e moderata, Alcaraz è più esuberante ed emotivo, tanto da avere momenti all’interno dello stesso match di alti e bassi.
Dal punto di vista tecnico entrambi hanno un tipo di tennis fisico e potente, con uno stile esplosivo. Nadal ha introdotto un tennis più moderno, basato anche sulla resistenza, mentre Alcaraz punta molto sui movimenti brevi, l’elasticità e accelerazioni sorprendenti. Tra i due c’è quindi una sorta di continuità dell’evoluzione tennistica perché se Nadal ha sempre puntato su uno schema di gioco molto strutturato, con una progressione verso la costruzione del punto, cercando di demolire psicologicamente gli avversari, Alcaraz è più istintivo. Il giovane murciano fa della varietà dei colpi il suo tratto distintivo, prendendosi molti rischi.
Djokovic attraverso due generazioni
È interessante poi come entrambi abbiano avuto come avversario comune da battere Novak Djokovic, uno dei più grandi tennisti di sempre, ancora oggi, a 38 anni nella top ten della classifica ATP. Tra Nadal e Djokovic abbiamo assistito a partite epiche che hanno scritto la storia di questo sport: ben 50 incontri tra i due nella loro carriera. Alcaraz ha invece iniziato a scrivere il suo capitolo contro Nole in un momento in cui Djokovic è più maturo, ma ancora estremamente competitivo. E la vittoria dello spagnolo a Wimbledon nel 2023 contro il serbo ha rappresentato, simbolicamente, il passaggio di testimone tra due epoche. Djokovic ha visto in Alcaraz la stessa grinta di Nadal, un gioco senza paura e con grande convinzione ma allo stesso tempo, lo stesso rispetto che i grandi campioni portano verso altri grandi campioni.